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ICOS per ITINERIS: un approccio integrato per studiare le emissioni da incendi estivi


From the left, clockwise: (A) the main fire events in Calabria between 8 and 12 August 2021, tracked down from MODIS satellite imaging (red spots), location of the CNR-ISAC WMO/GAW regional site (orange star), Lamezia Terme Observatory and the surrounding area of study (orange box); (B) local wind rose centered at LMT–hourly data of wind direction and wind speed for the entire 2017–2021 period; (C) LMT Observatory equipment.

Le emissioni degli incendi estivi possono essere rilevate in modo efficace attraverso un approccio multiparametrico, con tecniche avanzate di monitoraggio ambientale. A questa importante conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Fire, condotto dagli scienziati del Global Atmosphere Watch (GAW) presso l’Osservatorio Regionale di Lamezia Terme, che ospita l’hub atmosferico di ICOS Italy.

Il gruppo di ricerca, guidato da Claudia Roberta Calidonna, ha lavorato nell’ambito di ITINERIS (Italian Integrated Environmental Research Infrastructures System) in cui sono coinvolti anche i ricercatori Teresa lo Feudo e Paolo Cristofanelli, dall’Istituto si Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC), Salvatore Sinopoli, tecnologo TD e Ivano Ammoscato, come parte del progetto, e con il supporto degli investimenti del PON ICOS-Pro_Med e i ricercatori tra cui Luana Malacaria reclutati in tale contesto. I risultati, commentano gli autori, forniscono un’analisi dettagliata di come le emissioni prodotte dagli eventi incendiari estivi nell’Italia meridionale possano influenzare la variabilità di alcuni gas a effetto serra. Il team ha utilizzato una combinazione di dati satellitari e misurazioni in loco presso il sito WMO/GAW di Lamezia Terme, gestito dal CNR-ISAC, che ospita l’hub atmosferico di ICOS Italy.

Scopo dell’indagine, quello di monitorare le emissioni di vari inquinanti, tra cui il Black Carbon, la frazione fine del particolato atmosferico (PM2.5), l’anidride carbonica (CO2) e il monossido di carbonio (CO). Sensori avanzati e modelli di circolazione atmosferica sono stati implementati per individuare direzioni privilegiate che aiutano nel tracciamento dell’origine e la diffusione delle emissioni rilasciate dagli incendi.

La nostra metodologia – scrivono gli autori – offre un quadro tra emissioni gassose e particelle derivanti dagli incendi estivi, e ci permette di identificare i traccianti principali. La combinazione di dati raccolti fornisce una rappresentazione più accurata rispetto ai metodi tradizionali, spesso limitati ai singoli parametri”. L’analisi, affermano gli scienziati, ha anche evidenziato l’importanza di un monitoraggio continuo e integrato per prevedere e mitigare i rischi associati agli incendi.

Questo lavoro – concludono i ricercatori – rappresenta un passo importante verso una migliore comprensione delle dinamiche degli incendi e delle loro conseguenze ambientali, sottolineando la necessità di strategie di gestione più efficaci e di politiche ambientali mirate. La metodologia che abbiamo utilizzato potrebbe essere applicata in altre regioni soggette a incendi, migliorando la capacità di risposta e la protezione delle popolazioni esposte. L’integrazione di tecnologie avanzate nel monitoraggio degli incendi può quindi rappresentare una svolta significativa nella gestione dei rischi ambientali”.

Lo studio: https://www.mdpi.com/2571-6255/7/6/198 

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