La stazione ICOS di Torgnon, situata tra le Alpi nordoccidentali, è stata la cornice di uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ipsp) e dell’Università di Torino. Scopo dell’indagine, quello di valutare la possibilità che funghi simbionti delle radici possano colonizzare anche altri organi della pianta.
I ricercatori hanno eseguito una serie di valutazioni sul campo dove sorge la stazione IT-Tor, prelevando campioni di Vaccinium myrtillus, che ospita naturalmente nelle sue radici funghi simbionti benefici chiamati “ericoidi”. “Abbiamo raccolto le piantine – spiega Stefania Daghino, del Cnr-Ipsp – le abbiamo portate in laboratorio, lavate e disinfettate esternamente per ridurre al minimo le contaminazioni e successivamente abbiamo separato l’apparato radicale dal fusto, le foglie e i fiori”.
Stando a quanto emerge dallo studio, i funghi ericoidi tipicamente presenti nel suolo e nelle radici possono colonizzare anche altri organi della pianta, fino a raggiungere anche le foglie e i fiori. “Tramite sequenziamento del DNA fungino – riportano gli autori – abbiamo individuato circa 750 taxa diversi, di cui 214 presenti nei quattro diversi organi della pianta”. “Questi dati sono molto interessanti – conclude Daghino – perché evidenziano una versatilità delle specie fungine ericoidi che finora non era nota, ma allo stesso tempo sollevano una serie di interrogativi relativi, ad esempio, ai possibili meccanismi tramite cui questi funghi esercitano un effetto benefico sulla salute delle piante. Nei prossimi step, cercheremo di convalidare ulteriormente i risultati ottenuti”.