ICOS (Integrated Carbon Observation System) è una infrastruttura di ricerca europea, che si avvale di oltre 500 scienziati e più di 150 stazioni distribuite in 13 paesi. Scopo dei diversi siti è quello di monitorare l’ambiente nelle sue componenti atmosferica, oceanica ed ecosistemica. A livello nazionale, decine di scienziati e ricercatori sono attivamente coinvolti nell’infrastruttura. In ICOS Italia sono presenti attualmente 17 stazioni, di cui dieci ecosistemiche, quattro oceaniche e tre atmosferiche.
ICOS e le stazioni atmosferiche
Il sistema climatico è molto complesso. L’obiettivo dell’infrastruttura è quello di comprendere meglio le dinamiche che guidano gli scambi e gli assorbimenti dei gas a effetto serra, per capire a fondo i processi che muovono i cambiamenti climatici e come l’ambiente ne risulti alterato. La strumentazione accurata raccoglie in modo praticamente continuo numerose informazioni che vengono elaborate, standardizzate e trasmesse al Carbon Portal, dove è possibile consultare liberamente i dati in forma disaggregata. La rete italiana conta attualmente tre stazioni atmosferiche, distribuite nel territorio nazionale. I siti monitorano valori che spaziano dalla velocità del vento fino al quantitativo di anidride carbonica rilevato.
Plateau Rosa (IT-PRS): si trova nelle Alpi italiane nord-occidentali, a 3.480 metri dal livello del mare, in un ambiente di alta montagna.
Monte Cimone (IT-CMN): situata nell’Appennino settentrionale italiano, la stazione si trova 2.165 metri sopra il livello del mare.
Lampedusa (IT-Lmp): è l’unica stazione di ICOS a vantare un doppio osservatorio, nonché la più a sud della rete europea. La componente atmosferica si trova nel Mar Mediterraneo centrale, sull’isola di Lampedusa, a 45 metri dal livello del mare. L’Osservatorio Oceanografico, a 15 chilometri di distanza, monitora l’ambiente marino a 74 metri di profondità dalla superficie dell’acqua.
Un monitoraggio a tutto tondo
“Il sistema climatico – spiega Alcide Giorgio di Sarra, ricercatore presso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e coordinatore delle stazioni atmosferiche – è caratterizzato da una variabilità intrinseca molto elevata. Comprendere le dinamiche che entrano in gioco nei fenomeni climatici richiede misure estremamente accurate e omogenee su ampia scala. ICOS è un sistema di monitoraggio che permette di valutare con precisione lo stato dell’arte della situazione climatica. L’infrastruttura di ricerca fornisce dati continentali comparabili a livello globale. L’analisi delle informazioni raccolte nell’ambito di ICOS consente di identificare chiaramente l’effetto dei cambiamenti climatici sull’ambiente”. “La possibilità di osservare in maniera integrata le diverse componenti (atmosfera, oceano ed ecosistemi) è davvero una risorsa preziosa – commenta il ricercatore, che è anche PI del sito di Lampedusa – conoscere è fondamentale per agire. Solo studiando attentamente le cause e le dinamiche associate al cambiamento climatico possiamo intervenire per mitigarne gli effetti. La capacità di far fronte all’emergenza climatica infatti dipende strettamente dalla capacità di descrivere il comportamento del sistema, in modo da apportare correzioni in itinere”.
Clima e meteo, una differenza sottile ma importante
“La distinzione principale tra meteo e clima riguarda la scala temporale di riferimento – spiega di Sarra – se infatti gli eventi meteorologici riguardano fenomeni che riguardano principalmente l’atmosfera e che si verificano su periodi di tempo definiti, che possono essere ore, giorni, settimane, ma anche intere stagioni, i processi climatici sono fondamentalmente caratterizzati da una visione di insieme di tutte le componenti del sistema, che consente di osservare le variazioni che si manifestano nel corso del tempo. I due concetti sono ovviamente molto vicini, ma, per semplificare, un evento alluvionale o un inverno particolarmente caldo sono fenomeni meteorologici, mentre l’aumento dell’intensità, della frequenza e dell’estensione degli episodi estremi può considerarsi un cambiamento nei processi climatici”. “ICOS non studia direttamente il meteo, anche se le variazioni legate ai processi meteorologici sono importanti per comprendere gli scambi di carbonio su tempi rapidi. Le misurazioni continue, inoltre, possono essere utilizzate per l’elaborazione di modelli a breve termine – conclude di Sarra – l’obiettivo dell’infrastruttura è comunque quello di comprendere i fenomeni climatici su una scala temporale più estesa, in modo da valutare appieno l’impatto dei cambiamenti climatici e individuare le misure più efficaci per mitigarne gli effetti. Grazie alle accurate misurazioni, alle numerose stazioni e alla forza lavoro coinvolta, ICOS costituisce uno strumento davvero importante per capire e contrastare l’emergenza climatica”.